I dettagli dell’uscita del Regno Unito dall’UE non sono ancora stati definiti con esattezza, ma una cosa è certa: la Brexit è una questione chiave per ogni azienda che operi nel Regno Unito e in Europa o che sia attiva negli scambi commerciali tra i due mercati.
Ad oggi è stata anche fonte di incertezza per diverse aree di attività, inclusi il settore legale e quello finanziario, fin da quando è apparso chiaro che tali ambiti sarebbero stati (e sono già) influenzati dalla Brexit. In questo articolo troverete una panoramica di alcuni cambiamenti che potrebbero essere determinati dalla Brexit, e una valutazione dell’impatto che riteniamo possa avere sui documenti legali e finanziari.
Settore legale
Diritto della concorrenza
Si tratta di uno dei numerosi ambiti in cui l’attuazione della Brexit ha seminato incertezza. Alcuni aspetti resteranno invariati, come gli articoli 101 e 102 del TFUE, che resteranno in vigore per tutti gli accordi e le pratiche degli operatori britannici che producono beni all’interno dell’UE. Tali disposizioni non subiranno modifiche dal momento che si applicano simmetricamente a tutte le società, siano esse europee o extra-europee. Tuttavia, la Commissione europea non potrà più richiedere l’assistenza dell’Autorità garante della concorrenza del Regno Unito per l’applicazione del TFUE e dovrà agire in un quadro normativo che resta da definire. Inoltre, la situazione richiede una mole maggiore di lavoro burocratico per qualsiasi impresa che stia pianificando una fusione o un’acquisizione. In questi casi, sarà necessario l’invio di richieste multiple: una alla Direzione Generale per la concorrenza e un’altra alla CMA (Competition and Markets Authority), l’autorità garante della concorrenza britannica.
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Diritto contrattuale
La Brexit avrà inoltre un impatto significativo sui contratti, in particolare sugli accordi commerciali a lungo termine. Potrebbe essere necessario modificare alcuni contratti in modo da adeguarli all’aggiornamento delle tasse e dei dazi, oppure potrebbero esserci cambiamenti inerenti all’applicazione della legge sulla protezione dei dati a seguito della Brexit. L’uscita del Regno Unito dall’UE avrà un impatto sui contratti in vigore la cui data di scadenza è successiva alla Brexit, così come, chiaramente, sugli accordi sottoscritti in futuro. In alcuni casi, a seguito della Brexit potrebbe essere richiesta la rinegoziazione o la risoluzione di alcuni contratti facendo appello alle clausole di forza maggiore o di impedimento. Come afferma un report di EY, “sarebbe prudente rivedere i contratti in essere che hanno una connessione con il Regno Unito/il resto dell’UE e iniziare a valutare i possibili effetti che la Brexit potrebbe avere sui diritti e i doveri derivanti da tali contratti, incluse considerazioni sull’adempimento forzoso, il diritto al recesso e i rischi legati alla risoluzione dell’accordo.”
GDPR
Una volta che il Regno Unito avrà lasciato lo Spazio economico europeo, sarà vietato processarvi i dati personali dei residenti dell’Unione europea, a meno che non siano rispettate le condizioni per il trasferimento stabilite nel Capitolo V del GDPR. La Commissione europea dovrà adottare una decisione di adeguatezza, oppure le imprese dovranno adeguarsi alle Binding Corporate Rules o alle Clausole contrattuali standard fissate dalla Commissione stessa. Secondo un post pubblicato da DLA Piper, “a seguito della Brexit, il trasferimento di dati personali dallo SEE (Spazio economico europeo) al Regno Unito sarà sottoposto a restrizioni. Questo cambiamento avrà un impatto significativo su qualsiasi organizzazione che si occupa di trasferire regolarmente dati dall’UE al Regno Unito, incluse le organizzazioni con sede nel Regno Unito che forniscono servizi a clienti che si trovano nell’UE.” Dal momento che quasi tutte le società sono interessate dalle normative sulla protezione dei dati e sulla privacy, sarà opportuno seguire da vicino gli sviluppi in questo senso nei mesi successivi alla Brexit.
Settore finanziario
Normative finanziarie
Attualmente, una banca britannica o un’altra istituzione finanziaria è in grado di operare in altri Paesi membri dell’UE grazie a un “passaporto”. Il sistema di “passaporti” dell’UE consente a un’azienda autorizzata in uno qualsiasi degli Stati membri a operare in un altro Stato membro fornendo una documentazione aggiuntiva molto limitata. Numerose imprese attive nel settore finanziario stanno valutando le problematiche che scaturiranno dal cambiamento di status del Regno Unito che, diventando un Paese terzo, perderà il diritto di servirsi del passaporto europeo che consente alle aziende britanniche di operare negli Stati membri dell’UE, e viceversa. Per fare fronte a tale rischio, diverse imprese hanno scelto di trasferire la loro sede: un report pubblicato nel marzo del 2019 da New Financial ha identificato “275 aziende attive nel settore bancario e finanziario che hanno risposto alla Brexit trasferendo parte delle loro attività e dei loro dipendenti o creando nuove entità all’interno dell’UE.”
Quali effetti per le traduzioni?
In breve, a seguito della Brexit sarà necessario tradurre un numero maggiore di documenti per le aziende attive nel settore legale e finanziario. Considerando la grande quantità di modifiche che sarà necessario apportare ai contratti e alla documentazione legale per via della Brexit, appare chiaro che molte imprese registreranno un picco nel volume di documenti da tradurre. Lo stesso si può dire del settore finanziario, con aziende che si ritroveranno a dover tradurre documenti amministrativi per adeguarsi alle nuove normative. Inoltre, prevediamo un aumento della domanda di traduzioni asseverate per via della documentazione legale che le società britanniche dovranno consegnare per continuare a esercitare la loro attività in altri Paesi membri dell’UE.
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